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Dalla Russia arriva FindFace, l’app che dà un nome a un volto. È un’applicazione che utilizza il database fotografico di VKontakte per confrontare le immagini e scoprire il nome delle persone.

FindFace permette a chiunque di associare un volto a un nome grazie a un sistema di riconoscimento facciale. È diventata presto famosa dopo che un fotografo russo Egor Tsevtkov ha pubblicato un progetto dal titolo “Il tuo volto è Big Data”, in cui è stato in grado di trovare sconosciuti online utilizzando l’app.

Sviluppato da Artem Kukharenko e Alexander Kabakov, FindFace utilizza l’archivio fotografico degli utenti registrati sul social network russo VKontakte per stabilire l’identità di una persona partendo da una sua foto.

L’abitudine di taggare le immagini rende il lavoro di FindFace molto più semplice: è necessario confrontare alcune immagini per scoprire il nome della persona. Lo sviluppo di applicazioni come FindFace, però, fa sorgere dei problemi legati alla privacy delle persone: l’applicazione può essere utilizzata dai governi non democratici per sopprimere preventivamente le rivolte.

L’app è semplice da usare, basta scattare una foto della persona che vi interessa e FindFace la troverà su Vkontakte (VK), un social network russo che viene spesso paragonato a Facebook.

FindFace è disponibile sia sul sito della start up sia sul Google Play Store e App Store: le prime trenta ricerche sono gratuite, poi è necessario pagare per continuare a utilizzare i servizi offerti da FindFace. L’algoritmo sviluppato da Artem Kukharenko e Alexander Kabarov riesce ad analizzare oltre un miliardo di foto in pochi secondi, con una percentuale di successo molto elevata.

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FindFace assicura che nell’80% dei casi riesce a trovare la persona nella foto ma, nel caso in cui non riuscisse a trovarla, fornisce una seri di altri profili che potrebbero essere dei potenziali candidati. Il buon esito del riconoscimento facciale varia a seconda della qualità della foto: se l’immagine è in primo paino c’è il 90% di probabilità che la persona sia riconosciuta, mentre se è scattata all’interno di una metro, molto difficilmente l’applicazione assocerà il volto a un nome.

Il sistema funziona davvero molto bene tanto che il fotografo Egor Tsvetkov ha fatto lo scoop: se n’è andato in giro con la metro ed ha scattato foto a diversi sconosciuti per poi inviarle su FindFace. Risultato impressionante: nome e cognome dei vari individui con tanto di foto e, spesso, anche informazioni personali in bella vista.

Tuttavia applicazioni come FindFace pongono degli interrogativi inerenti la privacy e la sicurezza delle persone: viviamo in un mondo sempre più videosorvegliato e questo tipo di app potrebbero autorizzare le istituzioni governative a controllare la vita delle persone. Ad esempio può essere utilizzata da governi non democratici per schedare le persone e sopprimere anticipatamente le rivolte o per arrestare possibili rivoluzionari.

Questo riapre il dibattito sull’equilibrio tra privacy e libero utilizzo delle più moderne tecnologie, ed inoltre il software di riconoscimento facciale si è rivelato problematico per Facebook. Nel 2011, il suo impegno per la privacy è stato messo in discussione quando si è scoperto che usava il software di riconoscimento facciale per identificare automaticamente le persone nelle foto.