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Tutta la musica del mondo gratis. O quasi

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Tutta la musica del mondo gratis. O quasi

I tempi dei dischi in vinile, delle musicassette al cromo, dei CD e chi più ne ha più ne metta sono ormai alle spalle. L’attuale mondo digitale offre al mondo una grandissima quantità di possibilità alternative utili per ascoltare la nostra musica, non solo in casa quanto in mobilità, grazie a smartphone e tablet di ultima generazione in accoppiata con la grande velocità offerta delle reti mobili 3G/4G.

Agli inizi degli anni 2000 l’esplosione del fenomeno degli mp3 rese la musica “liquida” e, sebbene si trattasse di pratiche illegali, condivisibile su Internet in modo semplice ed immediato, permettendo agli appassionati di collezionare grandi volumi di musica sui propri personal computer. L’avvento dei dispositivi intelligenti (smartphone e poi tablet) ha poi, gradualmente, spostato fuori dall’ambito domestico l’ascolto della propria musica. Era finalmente possibile ascoltare la propria musica guidando, facendo attività sportiva o anche semplicemente la spesa. L’approccio era semplice: un computer, un dispositivo portatile, un cavetto per “copiare” la musica dal computer al dispositivo e niente più. Ma anche questo approccio, per quanto innovativo, era destinato a cambiare.

Le case discografiche mondiali, dapprima contrarie alla distribuzione inarrestabile (in quanto gratuita) dei propri contenuti sulla rete Internet fiutarono l’affare, non senza un’iniziale riluttanza, grazie anche al modello di business costruito da Steve Jobs sui propri dispositivi iPod collegati al negozio online iTunes, e cominciarono a vendere brani ed album in formato digitale.

I_modi_per_aggiungere_musica_nel_Samsung_Galaxy_S4

Ora, in questo secondo decennio del 2000, il modello sta ulteriormente evolvendo. La musica è sempre più liquida e fruibile, il concetto d’acquisto sta lasciando sempre più spazio al concetto di “fruizione in abbonamento”. In sostanza, è sempre più è diffusa l’adozione di servizi che, a fronte di un esborso minimo su base tipicamente mensile, permetta l’ascolto di praticamente tutta la musica della discografia di questo pianeta. Vediamo come.

Innanzitutto, è bene sapere che non necessariamente l’abbonamento a pagamento è “conditio sine qua non” per l’ascolto della musica in forma gratuita e legale. La maggioranza, per non dire la totalità di questi servizi permettono l’ascolto gratuito con alcune limitazioni, quali pubblicità durante l’ascolto, limitazione nella qualità audio ed altri dettagli. Va da sé che il pagamento di un abbonamento è volto alla rimozione di qualsiasi limitazione di questo tipo.

I tre servizi oggi più diffusi sono Spotify (https://www.spotify.com), Pandora (http://www.pandora.com/) e Apple Music (http://www.apple.com/it/music/). Il primo è forse il servizio di musica in streaming più diffuso del mondo, permette l’ascolto praticamente su qualsiasi tipo di dispositivo (mobile o fisso). Pandora segue da vicino, ma ultimamente ha limitato i propri servizi al solo territorio statunitense. Il terzo, un servizio nato solo pochi mesi fa, fa capo ad Apple ed è attualmente disponibile solo su computer Mac/Windows e dispositivi iOS (iPhone e iPad), mentre la disponibilità su terminali Android è dichiarata come imminente. Quest’ultimo servizio si “fonde” con l’eventuale libreria iTunes dell’utente, ereditando quindi i gusti musicali dell’utente e offrendo così un servizio migliore, grazie a playlist e “proposte” confezionate ad hoc senza particolare necessità di “apprendimento” delle abitudini di ascolto, cosa che accadrebbe con altri servizi.