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Qwant, il motore di ricerca che rispetta la privacy

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Qwant, il motore di ricerca che rispetta la privacy

Il motore di ricerca che rispetta la privacy, si chiama Qwant ed è nato in Francia nel 2013 per mano di Eric Léandri, Jean-Manuel Rozan, Alberto Chalon e della società Pertimm.

È considerato l’anti-Google europeo ed ha incassato altri 18,5 milioni di euro, grazie ad un investimento della Cassa Depositi e Prestiti Francese e del gruppo tedesco Axel Springer.

Se infatti lo cercate con Google, considerato il suo antagonista, Qwant compare come “il motore di ricerca che rispetta la tua privacy”. È il primo motore di ricerca europeo che dispone della propria tecnologia di indicizzazione e permette di trovare tutte le informazioni che si cercano sul web con la massima neutralità: non discrimina alcuni siti e non cambia l’ordine dei risultati in base agli interessi. Per garantire la neutralità, Qwant si basa su un’architettura tecnica a sé stante, verificata dall’Autorità francese di controllo della protezione dei dati personali (Cnil).

Qwant protegge e rispetta la privacy e la vita dei propri utenti secondo le normative europee. È un valore di cui gli utenti stanno prendendo consapevolezza – spiega l’amministratore delegato Alberto Chalon -. Il nostro secondo valore fondamentale è la neutralità nel nostro algoritmo di ricerca naturale, ovvero noi per fini economici non andiamo ad alterare la posizione nei risultati di ricerca”.

qwant

Una delle caratteristiche di Qwant è che il sito rinuncia a tracciare i dati degli utenti: non installa cookie nel browser dell’utente, non mantiene la cronologia delle ricerche, né prova a scoprire informazioni personali su chi utilizza il browser. Dunque, il motore di ricerca ha scelto di rispettare in toto la privacy dell’utente: è su questo aspetto che si gioca la partita con Google.

I finanziamenti servono al piano di espansione di Qwant. In Italia ci si può collegare al portale, ma il gruppo francese, spiega Chalon, “farà un lancio ufficiale entro due mesi, presentando con una conferenza cos’è Qwant e aprendo un’unità locale per le relazioni sul territorio”. Spagna, Portogallo, Inghilterra, Polonia e Belgio sono le prossime destinazioni. “L’obiettivo dei prossimi 2-3 anni è concentrarci in Europache è l’unico mercato in cui c’è l’anomalia di un player che ha il 95% di ricerche”, annuncia l’ad.

Il denaro è essenziale per la crescita e l’espansione: nei prossimi mesi il motore di ricerca verrà presentato ufficialmente anche in Italia. Infatti i 18,5 milioni di euro appena incassati servono a Qwant per espandersi in tutta Europa, ed entro due mesi, il motore di ricerca, sarà lanciato ufficialmente anche da noi.

Tuttavia anche Duck Duck go, Startpage e Ixquick (gli ultimi due della stessa famiglia) sono motori di ricerca che non tracciano l’utente (c’era anche Blekko, passato sotto l’ala di Ibm). Per due anni i fondatori di Qwant lavorano alla messa a punto del sistema, che debutta in Francia e in Germania il 4 luglio, in coincidenza con il giorno dell’indipendenza americana.

Per insidiare lo strapotere di Google, Qwant avrà bisogno di allargare il suo raggio d’azione. “Abbiamo due miliardi e mezzo di richieste l’anno – è il dato che fornisce Chalon -. È un numero considerevole perché dietro gli schermi c’è un numero considerevole di visitatori al giorno”.