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Il motore di ricerca che permette di tradurre frasi in inglese si chiama Ludwig e nasce dal lavoro di un team di ragazzi siciliani: Antonio Rotolo, Roberta Pellegrino, Federico Papa, Francesco Giacalone, Daniele Tagliavia, Antonino Randazzo, Francesco Aronica e Salvatore Monello.

Sono tutti ragazzi under 35, che insieme hanno dato vita a Ludwig, il primo motore di ricerca linguistico che aiuta chi deve scrivere in inglese, fornendo traduzioni contestualizzate. Il nome lo hanno preso in prestito dal filosofo Wittgenstein, che li ha ispirati con una sua massima: “i limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo”, una frase che esprime al meglio l’ambizioso obiettivo che i ragazzi si sono posti, ossia “abbattere la torre di Babele per metterci tutti sullo stesso piano”.

Quindi il nome Ludwig è un omaggio a lui, che considerano una sorta di membro nascosto ma molto influente del team. Fu infatti Wittgenstein a insistere sulla vitalità della lingua e sull’importanza dei contesti d’uso. Il significato delle parole, diceva, si manifesta a pieno soltanto nella loro applicazione pratica, nell’uso.

Ludwig non si basa su un sistema di regole grammaticali ma sull’uso della lingua. Consente all’utente di capire se la frase che ha proposto è effettivamente usata presentando frasi uguali o simili, e mostrando il contesto in cui sono usate. Il suo scopo dunque non è sostituirsi all’utente nella traduzione o nella scrittura di testi, ma offrire tutti gli strumenti per farlo in maniera indipendente ed efficace.

ludwig

 

Alla base dell’idea c’è l’esperienza diretta del 33enne Antonio Rotolo mentre si trovava al Mit di Boston: “Sono un ricercatore internazionale e da 25 anni scrivo e parlo in inglese. La conoscenza di un non-nativo, tuttavia, non è mai sufficiente. Questo produce un gap di capacità e competenze, compromettendo la possibilità di competere sul mercato. L’inglese ormai è la lingua del mondo, per ciò ho pensato fosse fondamentale che a tutti venisse data la possibilità di comunicare sullo stesso livello”.

È anche prevista un’app desktop, che permetterà di utilizzare Ludwig comodamente da qualsiasi text editor e l’app mobile. Poi si aggiungono altre funzionalità come playlist di frasi; l’utente avrà modo di organizzare all’interno di diverse cartelle le frasi più utili, curiose, nuove, seguendo le proprie preferenze ed esigenze (come se Ludwig fosse uno Spotify per l’inglese), analisi d’interi testi, e l’algoritmo consentirà presto di analizzare non più solo frasi, ma interi testi, facilitandone traduzione e redazione. Inoltre c’è anche la possibilità di creare librerie personali e oltre ad utilizzare Ludwig e il suo database, l’utente potrà decidere di aggiungere i propri testi, papers e ogni tipo di contenuto. Questo consentirà di incrementare il livello di personalizzazione del servizio e rappresenterà una svolta nel modo in cui gli utenti potranno gestire e riutilizzare i propri contenuti.

Questo progetto dunque mantiene il suo cuore in Sicilia, come tutti i componenti del team che lo hanno sviluppato. Si tratta di ragazzi che hanno viaggiato e continuano a viaggiare e che girando il mondo sono riusciti a conoscere, crescere, sperimentare e migliorarsi: “La scelta di mantenere la ‘casa’ del software in Sicilia è dettata dal fatto che ci piacerebbe creare qui una realtà lavorativa, ma quello che ci interessa soprattutto è lavorare e produrre. L’importante è non fermarsi”.